Il (calcio)mercato

Quando ci si immagina alla guida di una squadra di calcio, sicuramente il momento più atteso è quello di sedere nelle stanze delle trattative, di acquistare e vendere giocatori, cercando di realizzare l’affare inaspettato. Nulla di diverso di quanto spesso si immagina per i propri investimenti: leggo un articolo di giornale che consiglia l’acquisto di un titolo azionario, lo compro sul mercato e lo rivendo pochi giorni dopo con guadagno. Sono in tanti ad immaginare il mercato in questo modo, tutti rimangono delusi nello scoprire che non è così e molti, purtroppo, ci perdono anche dei soldi.

Per iniziare ad analizzare come funziona il mercato si deve partire da alcuni presupposti importanti. Il primo è che le scelte dei giocatori, così come degli strumenti da inserire in portafoglio, devono essere fatte all’inizio e, salvo necessità o particolari scenari non prevedibili, devono esser valide fino al termine del proprio progetto. Una corretta pianificazione di portafoglio, infatti, non può di certo basarsi sulla speculazione operata sul singolo titolo, attività che richiede un livello di competenze elevato, un numero di informazioni sufficienti a prendere scelte consapevoli (es. analisi di bilancio della singola società) e una buona dose di propensione al rischio. L’oggetto della nostra trattazione non prevede nulla di tutto ciò, ma si concentra sull’esigenza di pianificare obiettivi di lungo periodo e di rivederli solo in caso di necessità. Questa premessa importante è la risposta ad un ipotetico dubbio su quale possa essere il giusto prezzo di acquisto di un singolo strumento. Nel rispetto delle valutazioni necessarie prima di negoziare un titolo, si deve essere consapevoli che sarebbe troppo complesso individuare il prezzo minimo del titolo stesso (e comunque non saremmo mai certi al 100% di quel valore) ma si deve piuttosto mediare tra la nostra valutazione e ciò che il mercato in quel momento propone. Ciò significa che se stiamo acquistando un attaccante che ci farà vincere molte delle prossime partite, poco importa che prima della nostra offerta abbia segnato 3 o 4 gol, dobbiamo concentrarci sul valore del giocatore e sulle prospettive di rendimento, saranno questi i parametri che utilizzeremo per fissare il nostro prezzo d’acquisto.

Fatte le nostre scelte di portafoglio, poi, dovremo essere bravi a resistere alla tentazione di “guardare l’erba del vicino”. A differenza di quanto accade nel calcio, negli investimenti il mercato è sempre operativo e questo può darci l’illusione che ci sia una scelta migliore di quella che abbiamo fatto, semplicemente perché quel giorno il nostro titolo ha segno negativo mentre altri sono in positivo. Se le valutazioni fatte sono giuste, nel lungo periodo riusciremo ad ottenere i risultati prefissati, sarà necessario fare solo dei piccoli interventi di “riparazione”. Per comprendere meglio il concetto, diventa indispensabile il paragone con il mondo del calcio. Quando una squadra non sta ottenendo i risultati sperati, spesso il presidente avverte l’esigenza di attuare dei cambiamenti. Non essendo possibile cambiare tutti i giocatori, sostituisce l’allenatore. Nel caso degli investimenti, come già analizzato, i calciatori rappresentano i nostri strumenti finanziari la cui composizione nel nostro portafoglio non dovrà quindi essere stravolta. L’allenatore, invece, rappresenta le nostre strategie. Mettersi continuamente in discussione sarà sicuramente utile a fare scelte ben ponderate, ma di solito la squadra che vince è quella che cambia raramente il proprio allenatore perché dietro quella scelta ha stabilito un progetto che vuole portare avanti. Raramente però non significa mai e questo è un concetto da ricordare: dobbiamo costruire il nostro portafoglio guardando al futuro e sapendo di doverlo gestire per un lungo periodo, ma in alcuni casi si dovrà essere bravi a cambiare in corsa.

Come stabilire il momento più adatto per cambiare? Semplice, bisogna farlo solo quando si verificano eventi tali da stravolgere le valutazioni fatte all’inizio. Per meglio comprendere questo aspetto, ritorniamo al mondo del calcio. Capita che il giocatore su cui avevamo puntato ad inizio stagione subisca un grave infortunio e che il resto della sua stagione sia compromesso. Come abbiamo già analizzato, aver costruito una squadra con diverse alternative serve proprio in momenti come questo, la nostra riserva sarà sicuramente pronta a garantirci il suo apporto. Siamo quindi poco propensi a cambiare, ma sappiamo anche che le caratteristiche di quel giocatore possono essere difficili da ritrovare in altri presenti in rosa e, per portare avanti il nostro progetto, sarà necessario cercare una alternativa sul mercato. Aspetteremo che si apra la finestra in cui è possibile acquistare e vendere calciatori e cercheremo di trovare una alternativa.

In questa fase è importante restare lucidi: se abbiamo costruito con giudizio la rosa di sicuro non siamo nelle condizioni di dover accettare qualsiasi alternativa a qualsiasi prezzo, dobbiamo invece essere bravi a valutare le possibili opportunità da cogliere. Questo accade anche nell’ambito delle scelte di investimento, ma le valutazioni sono più complesse perché abbiamo messo da parte con fatica quei risparmi e l’idea di perderci qualcosa ci rende particolarmente nervosi. È dunque una fase delicata ma molto importante nelle nostre scelte di investimento e per gestirla dobbiamo basarci su alcuni punti fermi. Il primo è accettare l’idea che un investimento possa anche interrompersi prima della scadenza e possa generare una perdita. Nessuno ama perdere, soprattutto  se l’oggetto della contesa sono i suoi soldi, ma il nostro obiettivo deve essere sempre quello di guardare oltre il singolo strumento e di garantirci che venga raggiunto il risultato di portafoglio e, di conseguenza il guadagno, di lungo periodo.

Stabilire se sia giusto o meno vendere, come anticipato, è complesso per cui ci si deve basare su argomenti forti. Uno è sicuramente il manifestarsi di particolari crisi di mercato che colpiscono un settore o un Paese. Queste crisi sono paragonabili al nostro giocatore infortunato. Tanto più grave è l’infortunio tanto più è facile che si cerchi un’alternativa, stesso discorso per gli investimenti. Non venderemo semplicemente perché i giornali continuano a parlar male di questo o quel politico ma ci baseremo su informazioni più concrete, come ad esempio dati resi noti in via ufficiale. Questo significa che non basta una discussione sulle politiche economiche di un Paese a farci vendere i suoi titoli di stato, dobbiamo concentrarci sulla domanda: “A scadenza siamo abbastanza certi di riavere il nostro capitale come previsto da questa tipologia di titoli?”. Se la risposta a questa domanda è si, non dobbiamo farci spaventare dal momento e ricordarci che il mercato è composto, oltre che da professionisti del settore, da gente come noi. Molti però, non avranno la nostra stessa lucidità e, sopraffatti dall’ansia del momento, saranno indotti a vendere i loro strumenti. Nel breve periodo questo farà diminuire ancor di più i prezzi e aumenterà la nostra tensione di aver fatto la scelta sbagliata. La pianificazione, come anticipato, è utile proprio in queste fasi. Ritornando al nostro esempio, abbiamo acquistato quei titoli di stato sapendo di poter aspettare la naturale scadenza, nulla fa pensare che non verremo rimborsati, per cui non ci preoccupa che in un giorno perdano l’1% o il 5%. Siamo dei presidenti attenti, non vendiamo i giocatori e se possiamo non sostituiamo neppure l’allenatore.

Nel valutare le alternative proposte dal mercato, infine, la nostra attenzione dovrà essere rivolta al portafoglio che abbiamo già costruito. La nostra squadra, infatti, è già stata formata e per nessuna ragione dovremo inserire un nuovo giocatore che possa danneggiare gli equilibri che abbiamo creato. Si parla spesso di giocatori che “rompono lo spogliatoio”. Negli investimenti ancor più che nel calcio, non possiamo permetterlo. Dobbiamo quindi valutare che il nuovo strumento che stiamo acquistando sia utile a permetterci di raggiungere il nostro obiettivo, che non sia simile a qualcosa che abbiamo già e che non comporti ulteriori rischi rispetto a quanto già valutato inizialmente. E se questa alternativa non ci fosse sul mercato? Bene, la liquidità sarà la nostra alternativa! Come  già descritto la liquidità serve a sfruttare quei momenti in cui possiamo acquistare a delle condizioni migliori e ci aiuta anche a superare fasi di difficoltà momentanee che possono riguardare la vita di tutti i giorni. Aumentare la liquidità sul nostro conto corrente per un periodo di tempo più o meno lungo(non troppo!), quindi, può rivelarsi la soluzione migliore. Non dobbiamo aver fretta di adattarci a quello che il mercato ci offre, dobbiamo invece sempre rispettare la nostra strategia iniziale.

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