Tutti in difesa!

È arrivato il momento di passare in rassegna le principali tipologie di strumenti che andranno a comporre il nostro portafoglio, partendo dalle più comuni e più facili da comprendere. Iniziamo dalle obbligazioni. Per capire meglio di cosa si tratti, possiamo ricorrere ad un semplice paragone con il mondo del calcio. Dopo aver completato la nostra rosa, possiamo trovarci nella necessità di ridurre il numero di giocatori semplicemente perché non siamo in grado di dare spazio a tutti o per permettere ai più giovani di mettersi in mostra. La formula più utilizzata in questo caso è quella del prestito. Il giocatore viene ceduto temporaneamente ad un’altra squadra ed al termine della stagione ritornerà nella nostra rosa. Alle obbligazioni è possibile applicare un ragionamento simile: noi prestiamo i nostri soldi a chi ha emesso quella obbligazione, sia esso uno Stato, una società privata o un Ente sovranazionale. L’emittente si impegna a restituirci la somma prestata, ad una scadenza prefissata ed in più ci riconosce degli interessi per aver momentaneamente rinunciato alla disponibilità di quelle somme. Prima di esaminare più nel dettaglio questa tipologia di strumenti, approfondiamo l’aspetto del rischio. Quando prestiamo un giocatore possiamo essere sicuri che a fine stagione tornerà con noi, ma può accadere che durante l’annata subisca degli infortuni. Il risultato finale è quello di avere indietro un giocatore che non ha le stesse potenzialità di quello prestato o che addirittura, in caso di infortunio grave, non sia più in grado di giocare. Nel valutare le obbligazioni questo aspetto è chiamato rischio di credito, cioè il rischio che l’emittente a cui abbiamo prestato i nostri soldi ci ripaghi solo in parte o non ci ripaghi affatto quel prestito. Questo ci fa capire che, esattamente come fanno le squadre di calcio, dobbiamo stare attenti prima di prestare i nostri soldi, verificare chi li riceverà e come, almeno in via generale, intende utilizzarli.

Immaginate a questo punto di essere alla guida di una società che gioca nella massima serie del campionato nazionale e che un vostro giovane talento sia richiesto da due squadre, una che milita nella vostra stessa serie e un’altra che gioca nella terza serie del campionato. Una prima valutazione che farete è sicuramente che prestando il giocatore ad una squadra della vostra serie, potrà allenarsi e giocare in un ambiente di valore ma potrebbe avere poco spazio dato il livello elevato. In terza serie invece, la probabilità di giocare sarà più alta ma il campionato meno allenante. In generale, dunque, chiederete alla prima squadra un prezzo più basso che alla seconda. Nelle obbligazioni questo aspetto è tradotto dagli interessi, che di solito sono misurati con cedole periodiche, cioè con importi che verranno accreditati (di solito ogni 3 mesi) sul vostro conto corrente. La prima squadra, quella della vostra serie, potrà essere considerata una obbligazione più sicura quindi con maggior probabilità di riavere indietro i vostri soldi ma sarà disposta a pagare meno per il prestito. La seconda, invece, sarà ben contenta di avere con sé un giovane talento, sarà disposta a pagarvi di più ma nasconde comunque un rischio più alto che a fine stagione il giocatore prestato possa anche perdere di valore. Questo paragone serve a chiarire che la scelta meno corretta è sicuramente quella di preferire una obbligazione ad un’altra semplicemente perché ci da degli interessi maggiori. In finanza esattamente come per le squadre di calcio, nessuno regala nulla ma c’è sempre un accordo da raggiungere e dietro un guadagno si deve sempre osservare il rischio da sostenere.

Ciò che abbiamo analizzato, dunque, è la formula più semplice di obbligazione: prestiamo i nostri soldi al tempo x, l’altra parte si impegna a ridarceli al tempo y e nel frattempo sul conto ci verserà gli interessi per quel prestito. Una variante a questa formula è quella di prevedere che gli interessi non siano fissi ma dipendano da alcuni fattori. Per tornare al paragone calcistico, il prezzo del prestito invece di essere fisso varierà a seconda che il nostro giocatore sia presente in tutte le partite o che segni più gol se è un attaccante o pari dei rigori se è un portiere. Anche qui c’è bisogno di una riflessione. Non possiamo sapere a priori come andrà la stagione, così come non possiamo prevedere i mercati. Possiamo essere convinti che il nostro attaccante in prestito sia molto forte, che segnerà molti gol, ma puntare solo su quello è sempre un rischio. Stesso discorso per le nostre obbligazioni. Noi ci impegniamo a prestare i nostri soldi per un certo periodo e comunque, nella maggior parte dei casi (non tratteremo qui le strategie speculative), li manterremo bloccati per quel periodo. Avere degli interessi certi, dunque, è in linea generale una garanzia ulteriore, anche se magari può farci guadagnare meno.

Vi sarà capitato, poi, di sentir parlare anche di giocatori ceduti in prestito con diritto di riscatto, cioè con la possibilità per la squadra che ha ricevuto il giocatore di poterlo acquistare ad un certo prezzo. Nelle obbligazioni questa è l’opzione “call” che alcune società emittenti si riservano, cioè la possibilità in determinate date di restituire il prestito anticipatamente. Può sembrare una scelta di poco conto ma immaginate di aver costruito il vostro portafoglio sapendo di poter ricevere quegli interessi per un certo periodo ed a metà del tempo di riavere indietro i soldi con la necessità di doverli reinvestire senza sapere se troverete un’altra obbligazione con le stesse caratteristiche. Di solito queste obbligazioni garantiscono delle cedole più alte e possono anche essere una opportunità, ma come abbiamo già evidenziato nel capitolo della pianificazione, ciò che è importante per noi è mantenere il controllo della situazione e di poter fare in ogni momento le scelte più opportune.

Le tipologie di obbligazioni non si esauriscono di certo qui, ma gli strumenti diventano più complessi e richiedono una trattazione specialistica che rimandiamo ai prossimi articoli. Maggiori approfondimenti, tuttavia, verranno sviluppati quando si studierà nel dettaglio le strategie di portafoglio.

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